Si è fatta ora di cena, torniamo al camper e ci mettiamo alla ricerca di un parcheggio che non sia vietato ai camper, non serve fare molta strada, allontanandosi dalla zona del museo ed addentrandosi nella città "moderna" le strade laterali sono tutte con parchimetro, cerchiamo un posto che sia il primo o l'ultimo della fila, in modo da non venir bloccati da macchine che si potrebbero parcheggiare troppo "vicine" e anche perchè il camper è almeno 20/30cm più lungo degli stalli: preferisco "debordare" in divieto che sul posto di un altro.
Dopo cena si va a nanna.
VENERDI' 13Al risveglio Gina è già in piedi, in camper regna ancora al buio, anche se dalle tende trafila qualche raggio di luce, ricordo vagamente di aver sognato di rotolare: che sogno strano! Mi giro per alzarmi,
ma che succede???? si è fatto buio, non sento nulla, ho come la sensazione di trovarmi in una botte che scende all'impazzata giù per una scarpata, non starò mica cadendo dal letto?
Ora son fermo, vedo e sento di nuovo, sono ancora steso in mansarda appoggiato sul gomito, provo a rimettermi giù: tutto bene.
Forse c'è poco ossigeno, apro l'abbaino, sento entrare l'aria gelida da fuori, respiro profondamente, aspetto qualche secondo e provo ad alzarmi di nuovo: come prima, perdo di nuovo i sensi della vista, dell'udito e mi sento sbattacchiato come una campana.
Capisco che qualcosa non va e non è la mancanza di ossigeno, posso chiudere l'abbaino, perchè ora fa anche freddo.
Avviso Gina e le chiedo di telefonare all'ospedale di Trieste per chiedere un consiglio, la risposta è ovvia: chiamare un'ambulanza!
Ricordo di averne vista una a Lindau il giorno prima, il numero per le emegenze è il 112.
Gina chiama, spiega che conosce solo l'italiano, il centralinista chiude la comunicazione e richiama dopo qualche decina di secondi per farci parlare con un infermiere che ci capisce, dopo 10/15 minuti arriva un'ambulanza.
Nel frattempo ad ogni minimo movimento mio e/o del camper son stato male da svenire o vomitare.
Gli addetti all'ambulanza non parlano italiano, un po' in inglese, un po' in tedesco cerco di spiegarmi, ma serve molto di più guardarmi quando scendo dalla mansarda e cado semisvenuto sul tavolino.
Hanno fretta di portarmi via, ma sono in slip e maglietta, vorrei "vestirmi", quindi aspettano mentre mi vesto, svengo e vomito; ho messo solo un pigiama, quando esco dal camper per salire sulla barella fa un freddo boia, lo intuiscono e prendono subito una coperta dall'ambulanza, va meglio ma fa freddo comunque.
Il percorso fino all'ospedale è terribile, finalmente arrivo in reparto e mi infilano una flebo nel braccio con una dose da cavallo di antiemetico, partono con gli esami del sangue e risonanza magnetica, un infermiere fa da interprete con i medici, mi spiegano che probabilmente soffro di un problema legato all'orecchio "vertigine parossistica benigna".
Nulla di grave, ma devono fare altri accertamenti ed eseguire delle "manovre" per risistemare i sassolini che se ne sono andati a spasso per l'orecchio, aspettano comunque che i farmaci agiscano più profondamente.
Quando sto meglio ribadiscono che non è nulla di preoccupante, se fossi del posto mi dimetterebbero in giornata, ma essendo un turista camperizzato, preferiscono tenermi in osservazione ancora mezza giornata, condivido la loro opinione, se dovesse ripetersi il problema, meglio essere già in ospedale.
Appena posso mi alzo, i miei vicini di letto non parlano italiano, uno viene dimesso, l'altro parla al telefono, ma non in tedesco, è una lingua slava, lo ascolto con attenzione, non è serbo, non è sloveno, non è ceco ne slovacco ne russo, ma ogni tanto riconosco qualche parola .......
è polacco!
Alla fine della telefonata, spudoratamente chiedo conferma, lui conferma.
Cerco di spiegargli che conosco qualche parola in diverse lingue slave perchè ci ho speso qualche periodo di vacanza e cerco di raccontargli le mie avventure in Polonia e che le mie origini sono proprio dalle zone che oggi sono a cavallo fra Boemia Germania e Polonia.
Passiamo il pomeriggio a "chiacchierare" in tedesco (ribadisco che è una lingua che non conosco); io non so cosa lui mi abbia detto e son sicuro che anche lui avrà dei dubbi su cosa gli abbia detto io, però ho capito che si chiama Heinrich e che siamo diventati amici, mi ha chiesto se tornerò a Friedrichshafen per proseguire il mio viaggio interrotto quest'anno e gli ho risposto di si, allora mi ha dato il suo indirizzo, per il prossimo avvento sarò suo ospite
Arriva il sabato, nel frattempo Gina ha portato il camper nel parcheggio dell'ospedale e si è fatta in due per stare un po' con me e un po' con Cleo ed arriva anche il momento delle dimissioni, sono ancora un po' frastornato, ma sto bene.
Abbiamo perso praticamente un giorno abbondante e non credo sia opportuno finire il giro attorno al lago di Costanza come programmato, meglio prendere l'autostrada ed avvicinarsi a casa per tappe veloci: prendiamo per Monaco.