Omniauto prova HILUX 3.0, Marzo 2011

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view post Posted on 28/3/2011, 17:49     +1   -1
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http://www.omniauto.it/magazine/15371/toyo...e-cab-sr-4x4-at
CITAZIONE
Toyota Hilux 3.0 D-4D Double Cab 4x4
Il confort invoglia a partire "all'avventura"

Confortevole. E’ questa la parola che ci è rimasta in mente dopo la prova del Toyota Hilux 3.0 D-4D Double Cab SR+ 4x4 A/T. Da un pick up pensato per affrontare i terreni più impervi, in qualsiasi condizione climatica, ci aspettavamo infatti di dover sacrificare molto in termini di comfort. L’assorbimento delle irregolarità stradali è invece piuttosto efficace, mentre la rumorosità del 4 cilindri common rail si presenta soprattutto a freddo e a bassa velocità, perché ad andature autostradali il livello di silenziosità soddisfa sia conducente che passeggeri. C’é da dire che la versione che abbiamo avuto a disposizione é il top di gamma e costa 35.150 euro. Ma con il giusto spirito di avventura, con cui viene naturale approcciare a questo veicolo lungo 5,25 m e con una massa a vuoto di 1.975 Kg, l’Hilux diventa in breve tempo un compagno di viaggio, che invoglia a lasciare l’asfalto per scoprire fino a dove potersi spingere in fuoristrada.

IN FUGA DALLA CITTA’
Per raggiungere le strade bianche delle campagne e “puntare” alle montagne, scappando volentieri dal contesto urbano in cui la stazza delToyota Hilux 3.0 D-4D “stona” con il traffico circostante, abbiamo percorso alcuni tratti autostradali. In città, infatti, il problema è la convivenza delle dimensioni della carrozzeria con gli altri veicoli. Trovare parcheggio è praticamente impossibile e, in ogni caso, non si sa mai dove finisce la coda. I sensori di parcheggio sono optional, ma è un accessorio davvero irrinunciabile. La guida nel traffico è penalizzata dai rapporti lunghi del cambio, che limitano il disimpegno, mentre lo sterzo non troppo pesante permette di eseguire velocemente le svolte strette, tipiche dell’habitat cittadino. Lasciando la città e posizionandosi su un’andatura di crociera di 120 km/h, il timbro del turbodiesel da 171 CV e 360 Nm (a 1.400 giri/min) si fa più sommesso - l’insonorizzazione dell’Hilux non è ai livelli di un veicolo stradale - e la rumorosità generata dai fruscii aerodinamici e dal rotolamento degli pneumatici non oltrepassa mai la soglia del fastidio. Sugli avvallamenti e sui giunti del fondo stradale si galleggia senza subire ripercussioni, ma contraccolpi di una certa entità non si verificano nemmeno sul pavé cittadino, nonostante le sospensioni siano comunque tarate per sopportare grandi variazioni di carico, nonché lo stress dei tracciati fuoristrada. In realtà l’assetto è rigido, perché rollio e beccheggio sono contenuti: il buon assorbimento va quindi attribuito agli pneumatici (che misurano 235/65 R 17), in particolare alla spalla e alla struttura della carcassa. Nei curvoni autostradali la taratura dello sterzo è apprezzabile. Il carico volante infatti non si appesantisce in appoggio e la scarsa prontezza e precisione non stonano, perché si accoppiano con le aspettative del guidatore e smorzano le reazioni di un’auto di questo genere nelle azioni più violente.

SE L’ASFALTO FINISCE TI SENTI A CASA
Nel percorrere le curve a raggio variabile per uscire dall’autostrada è bene tenere sotto controllo il retrotreno, intrinsecamente “leggero” per la presenza dell’ampio cassone posteriore. Un eventuale rilascio dell’acceleratore determina subito l’intervento dell’ESP, mentre il sovrasterzo di potenza è poco probabile, perlomeno se non accompagnato da manovre che determino ampi trasferimenti di carico. In condizioni di fondo bagnato è consigliabile, comunque, inserire la trazione integrale, operazione possibile anche con l’auto in movimento. Quando si mettono le ruote fuori dall’asfalto, si apprezzano subito le doti dell’Hilux. Il cambio automatico a 5 marce, che su strada è lento nei passaggi di marcia e ha i rapporti fastidiosamente lunghi (soprattutto i primi tre), si rivela un prezioso alleato nell’affrontare gli ostacoli e nell’usufruire del trascinamento del convertitore di coppia nei passaggi a passo d’uomo. Per disimpegnare da queste situazioni con il cambio manuale occorrerebbe maggiore abilità nel gestire il pedale della frizione, modulando lo slittamento delle ruote per “spuntare” sul terreno a bassa aderenza. La scelta di installare un cambio automatico “vecchio stile” (convertitore di coppia idraulico, 5 rapporti) testimonia l’attenzione dei progettisti per l’affidabilità, dote riconosciuta all’Hilux universalmente. Aumentando la velocità sui tracciati sterrati la stabilità e la precisione direzionale diminuiscono, con buche e avvallamenti che innescano dei “serpeggiamenti”. Quando si affronta l’erba bagnata e il fango è tempo di posizionare il selettore della trazione integrale, posto davanti alla leva del cambio, sulla posizione “H4”, senza peraltro dover fermare la vettura. Anche in assenza di pneumatici specifici per l’off road, la motricità è davvero ottima e la sensazione che si prova al volante e quella di poter andare dappertutto, potendo sempre contare sulle marce ridotte (posizione L2 del selettore) per affrontare le salite impervie e per controllare l’auto in discesa con il freno motore.

VEICOLO PER IL TEMPO LIBERO, ANCHE DA FERMI
Una volta individuato uno spiazzo da cui godersi il panorama, la tentazione di sfruttare il cassone dell’Hilux come punto di osservazione sopraelevato è forte. Ovviamente, il vano di carico è attrezzato per usi ben più impegnativi, dotato com’é di un rivestimento di plastica e di occhielli per fissare gli oggetti durante la marcia. Considerando il generale innalzamento delle dotazioni di questa versione “Double Cab SR”, viene naturale pensare di dotare il pick up della copertura integrale del vano, ottenendo così un enorme bagagliaio. L’allestimento concreto dell’abitacolo concede qualche lusso agli occupanti, con il climatizzatore automatico e i sedili in pelle. La sensazione di solidità tuttavia non viene meno, dato che il rivestimento sembra più robusto che pretenzioso, così come le plastiche della plancia e della consolle sono rigide, ma non così economiche “al tatto” come ci si aspetterebbe da un veicolo pensato come mezzo da lavoro, grazie al trattamento superficiale di goffratura. Lo stesso dicasi per i materiali dei pannelli delle portiere e per il bracciolo tra i sedili anteriori. Su tutto domina il grigio, in varie tonalità: dai sedili, alla plancia, ai tappeti, fino all’imperiale del tetto. L’effetto finale trasmette bene il concetto di qualità, concepito da Toyota come un mix di robustezza, concretezza e assemblaggi, senza concessioni a inutili sprechi. Un esempio di questa filosofia e il soffietto che costituisce la guarnizione del giro porta: è dotato di piccoli fori, che fanno sfiatare l’aria durante la chiusura della porta, diminuendo l’usura della gomma nei ripetuti cicli di vita delle portiere e aumentandone l’affidabilità.

CONSUMI SEMPRE SOTT’ESAME
Sulla parte superiore della plancia è anche presente un computer di bordo, le cui indicazioni sono visualizzate - una alla volta - su un display dalla grafica un po’ cheap. In stile anni ‘80 anche il quadrante dell’orologio digitale, retroilluminato come il climatizzatore automatico. Il navigatore touchscreen condivide la stessa impostazione degli impianti del Gruppo Toyota-Lexus, pur essendo semplificato nell’interfaccia. Le dotazioni, insomma, riflettono la filosofia dell’Hilux Double Cab SR: quella di un pick up civilizzato, ma concreto, con l’affidabilità presa come “must” progettuale. L’uso stradale non è un problema, quindi, ma bisogna tener conto del fatto che i consumi possono diventare eccessivi. Nel corso della prova le percorrenze si sono attestate sugli 8-9 km/l, con un utilizzo del veicolo cittadino, extraurbano e in fuoristrada e con un piede “leggero” sul pedale del gas.

SCONTRO FRA TITANI
Con un listino di 35.150 euro, il Toyota Hilux 3.0 D-4D Double Cab SR+ 4x4 A/T si confronta nel mercato dei pick up principalmente con la concorrenza giapponese ed europea. Le alternative nipponiche sono il Nissan Navara 3.0 dCi Double Cab LE V6 Auto 4x4 - che, rispetto al Toyota, offre due cilindri in più e 231 CV al prezzo di 45.000 euro - e il Mitsubishi L200, che per 32.850 euro sviluppa 178 CV dal suo 4 cilindri di 2,5 litri. La proposta Volkswagen arriva invece dall’Amarok, che affronta i concorrenti con un 4 cilindri di 2 litri da 163 CV, a 33.615 euro.

Autore: Giuliano Daniele
Data: 23 marzo 2011
Tags: Test, Toyota, auto giapponesi

 
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