Bostik
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| 50% Paraflu, 50% acqua distillata = -35° C E poi non solidifica, ma ghiaccia creando tanti aghetti di giaccio meno pericolosi. Alcuni anni or sono durante una notte al Sestriere (2000 metri) era -23° C e ho visto un orso polare col berrettino e la sciarpa! ;=))) Certo che se l'antigelo che hai nel radiatore ha piu' di 4 anni, gela magari a -25°C
p.s. per allungare il paraflu consiglio vivamente l'uso di acque demineralizzata, (non distillata), sarebbe quella prodotta dai condizionatori d'aria o dai deumidificatori. oppure acquistare acqua "per ferri da stiro"
La molecola H2O e' asimmetrica e quindi risulta polare. Il che non vuol dire che viene dal polo nord... ma che e' fortemente aggressiva e capace di portare in soluzione altri elementi parimenti polari (come i metalli). Per cui, se la usi cosi' com'e' priva di sali e' aggressiva nei confronti dei metalli del motore e, soprattutto, dei tubicini del radiatore. La si tampona con il cosiddetto antigelo (cosiddetto perche' e' solo una delle funzioni che ha). In soldoni: se riempi il radiatore con una miscela composta dal 50% di acqua demineralizzata e il 50% di antigelo, hai la soluzione perfetta. Non corrode e, soprattutto, non lascia depositi. Poi, e' vero che col 30% sfrutti la maggiore capacita' termica dell'acqua, ma abbassi anche il punto di ebollizione. In poche parole l'utilizzo di acqua priva di sali (e senza antigelo) è ancor più aggressiva dell'acqua potabile perche' non c'e' nessuno ione che compensa la carica elettrica della molecola. Se ci sono dei sali, questi si ionizzano: per esempio, il calcare CaCO3 si ionizza in Ca-- e in CO3++, neutralizzando due molecole d'acqua. Poi pero' lasciano depositi. Invece, l'acqua deionizzata i sali se li va a cercare nei metalli del motore, sciogliendoli ed ossidandoli. Se tu tamponi il tutto con l'antigelo che non lascia depositi e non e' aggressivo, ottieni la miscela migliore. Vi rammento del fenomeno della corrosione passante sulle canne cilindri di alcuni autocarri con canne circondate dal refrigerante (anche i vecchi motori alfa) dovuta a correnti galvaniche (cariche elettrostatiche?) che si producano all'interno nell'intercapedine di raffreddamento, sono correnti galvaniche come quelle della pila di Volta. Se tu hai una soluzione di ioni ( e prima o poi si creano anche nell'acqua demineralizzata perche' la molecola d'acqua e' polare e scioglie tutto o quasi) nella quale sono immersi due metalli, uno dei due e' piu' elettropositivo dell'altro. E fa la fine dell'agnello a Pasqua: funziona da anodo e viene mangiato. Anni fa, la premiata ditta stufa di dover sostituire placche in acciaio inox perche si presentavano butterati da tanti forellini molto profondi. Scartate risposte ovvie ma false, tipo pipi' dei cani e simili, il laboratorio di metallografia fece un'analisi trasversale del forellino. E in fondo si trovo'.. un granello di ghisa. Era la ghisa dei freni dei vagoni che, portata dal vento sulla superficie dell'inox e favorita dall'ambiante umido, si trasformava in catodo di una pila nelle quale faceva da anodo l'inox. La corrente fluiva ad altissima intensita', visto che l'inox e' un buon conduttore, non c'era nulla che passivasse la reazione perche' mancava ossigeno ed allora... alleeee.. Gnam gnam gnam. Fin che c'era inox la pila continuava.
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